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Estate: il malessere va in vacanza?!

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In occasione dell’arrivo dell’estate le richieste di aiuto psicologico aumentano, un po' come in prossimità del Natale. Mi ritrovo a fare questa constatazione da anni ormai e vorrei, allora, soffermarmi un po' sull’esplorazione di questo fenomeno, apparentemente poco comprensibile e controintuitivo: come dire, ma è possibile star male proprio quando c’è l’opportunità di rilassarsi, fermarsi un po', prendersi del tempo, divertirsi?! La risposta è: sì, eccome! Ma vediamo perché…Per farlo, però, dobbiamo entrare nel mondo delle ambivalenze, di cui si nutre la nostra vita quotidiana e la nostra psiche, a dispetto dell’affannoso tentativo di mettere ordine in modo coerente a tutte le emozioni che ci abitano.

E’ assolutamente vero che con l’arrivo della stagione estiva aumentano virtualmente le possibilità di godere di aspetti rivitalizzanti, a cui è più difficile dare pari spazio in altri periodi dell’anno: passeggiate, sport e serate all’aria aperta, contatto con la natura, giornate di ferie da dedicare al relax, ai viaggi, alla cura delle relazioni sociali e degli affetti. Dunque in estate possono esserci le condizioni ideali per ricaricarsi e prendersi cura di sé.

E’ però altrettanto vero che, spesso, avviene proprio il contrario: fermandosi emergono crisi e stati emotivi negativi tenuti sotto soglia durante l’anno, per cui tutto si fa tranne che ricaricarsi e prendersi cura di sé! E’ un po' come correre, specie se al di sopra delle proprie possibilità: finché si continua a farlo, nonostante si avverta la fatica, il dolore muscolare non esplode, ma quando ci si ferma il corpo diventa pesante, dolorante…aumenta la capacità di “sentirsi”, si entra in contatto con le proprie fragilità ed emozioni spiacevoli, coperte dalla fatica durante la corsa. In altre parole, la routine degli impegni lavorativi e domestici ci stanca spesso terribilmente, è vero, ma contemporaneamente ci protegge dalla possibilità (che è ovviamente un’opportunità, non solo un rischio!) di ascoltarci. E quando poi arriva l’estate…

Vediamo quali sono le situazioni che (ri)attivano il disagio o malessere psicologico a cui la pausa estiva può fare da cassa di risonanza:

  • Difficoltà economiche: nel momento in cui aumenta il desiderio di riposo e svago si percepiscono in modo più forte i limiti posti da una condizione economica precaria o comunque discrepante rispetto alle proprie aspettative e desideri. Può capitare di ritrovarsi o sentirsi costretti a non partire per un viaggio tanto desiderato o di avvertire forte il “gap” con il proprio gruppo di amici, o con i propri obiettivi e progetti di sviluppo professionale, etc. Insomma aumenta il senso di frustrazione che può portare con sé sentimenti di inadeguatezza, rabbia e depressione. 
  • Difficoltà relazionali: in estate aumentano virtualmente le occasioni di incontro sociale, il che porta a galla eventuali difficoltà presenti nell’area delle relazioni. Ci si trova più esposti e in condizioni meno strutturate. Questa condizione può essere una dura prova per chi soffre di stati ansiosi, fobia sociale, o grande timidezza e “goffaggine” nelle relazioni. Può capitare di ritrovarsi soli, laddove nella routine, invece, ci sono contesti (quali università, lavoro, palestra) che favoriscono l’incontro con i pari fornendo un contesto condiviso facilitante.
  • Depressione e altri disturbi psichici: a volte il malessere viene coperto o comunque tenuto a un livello “accettabile” dal lavoro e dall’(iper)attività in cui si è immersi nella routine. Quando poi tutto intorno si ferma e magari diminuiscono le risorse relazionali a disposizione (colleghi e persone care che vanno in vacanza, eventuali percorsi terapeutici, assistenziali o riabilitativi che riducono la propria frequenza), come si suol dire con una nota metafora, i nodi vengono al pettine. L’isolamento in cui ci si ritrova può amplificare vissuti depressivi, pensieri paranoici o ossessivi, angosce. Non è raro, infatti, nella mia esperienza, ricevere richieste di inizio di terapia o di intervento domiciliare connotate da una certa “urgenza” proprio a ridosso della pausa estiva. Ci si sente più esposti e a rischio e ci si attiva, per lo più in cerca di un contenimento, di una relazione che possa cioè svolgere questa funzione.
  • Crisi di coppia: se ci sono dei non detti o delle aree delicate nel rapporto di coppia è quasi certo che vengano sollecitate dall’arrivo dell’estate. Decidere la destinazione per le proprie vacanze e come organizzarle chiama in causa tante questioni: bisogna negoziare tenendo conto dei bisogni di tutti i membri della famiglia, muoversi attraverso i vincoli di lealtà che legano i due partners alle proprie famiglie d’origine e agli amici, etc. Inoltre, l’arrivo dell’estate mette la coppia di fronte alla possibilità (e quindi eventuale difficoltà) di dedicarsi un tempo di svago, piacere e cura: un’intimità che può essere un toccasana, a lungo desiderata, oppure…temuta! Ritrovarsi così vicini e lontano dalla routine, se ci sono dei rancori o temi irrisolti, può essere “rischioso”. Non è raro, infatti, che, come si dice con un’espressione scherzosa, le coppie scoppino proprio nel periodo estivo. Inoltre, per quelle separate, l’arrivo delle vacanze spesso riattiva il conflitto sulla gestione dell’affidamento dei figli. Insomma, l’estate non è per la coppia necessariamente sinonimo di relax.
  • Familiare malato: per chi si ritrova ad avere un familiare che sta male (per le più disparate ragioni: problemi psichici, Alzheimer, malattie organiche degenerative oppure oncologiche in stato avanzato) o comunque non autosufficiente perché anziano, l’arrivo dell’estate è un grande stress. Bisogna decidere come gestire la situazione, trovare un equilibrio tra istanze diverse, tutte da ascoltare: il bisogno di assistenza e cura del proprio familiare e quello proprio di relax, i vincoli economici, il senso di colpa, il desiderio di presenza e sostegno. Inoltre, come se non fosse già estremamente complesso posizionarsi tra queste diverse spinte ed elementi, spesso si aggiunge la variabile del conflitto familiare: si discute su chi debba sacrificarsi di più o di meno, possono tornare a galla vecchie storie, differenze di trattamento, gelosie, rivendicazioni…


Insomma, l’arrivo della pausa estiva può essere una grande opportunità di ricarica e cura di sé ma, in alcuni casi, anche un periodo estremamente faticoso e delicato. Per chiuderla con una battuta: a volte ci vorrebbe una vacanza per riprendersi dalla vacanza! Volendo, invece, tornare seri: è comprensibile che, in alcune situazioni, ciò che il periodo estivo porta con sè tocchi corde sensibili della salute psichica della persona e, se ciò avviene e la fatica emotiva che si avverte sembra eccessiva, è utile rivolgersi a un professionista della salute mentale.